Museo Casa Marcegaglia

La fabbrica rigenerata secondo Vittorio Longheu

sfoglia le news

Dopo oltre sessant’anni di attività Marcegaglia è uno tra i maggiori operatori mondiali nella trasformazione dell’acciaio e il suo quartier generale di Gazoldo degli Ippoliti, nel mantovano, si arricchisce oggi di nuovi spazi progettati da Vittorio Longheu. L’intervento è l’occasione per ripensare una parte del grande stabilimento, operando non solo attraverso una semplice addizione, ma coinvolgendo l’intero complesso industriale a partire da un padiglione di ingresso e dalle aree esterne limitrofe con la realizzazione di un parco pubblico.

Il padiglione d’ingresso con il pavimento e il desk in pietra
(foto Federica Bottoli)

La visione progettuale si basa su un’idea di fabbrica aperta, dedicata a generare lavoro, relazioni, comunità attraverso spazi e percorsi integrati con l’esistente e destinati prevalentemente al territorio e alle “persone” che in esso operano; quelle stesse che in sessant’anni di storia aziendale si sono avvicendate per generazioni, costruendo nel tempo un vero e proprio senso di appartenenza.
Per Longheu si tratta di una rigenerazione dei luoghi produttivi che muove da un antefatto architettonico accessibile: un padiglione dalle pareti trasparenti e dal tetto a falde sostenuto da una selva di esili pilastri cilindrici che, uniti in fitte sequenze, rappresentano l’intera compagine delle persone impegnate nell’azienda.

(foto Federica Bottoli)

Prende corpo così la “Casa Marcegaglia” da cui si può accedere alla fabbrica o a ulteriori ambienti al piano terreno in cui sono collocati i percorsi espositivi di un museo d’impresa, una biblioteca, un archivio storico e l’academy, luogo di formazione per tutti i collaboratori aziendali. I materiali degli spazi di nuova concezione sono l’acciaio per i pilastri ed il tetto; il vetro e gli specchi per le pareti e i soffitti; il Nero di Nonza, una pietra lavica mediterranea dai toni grigi, per tutti i piani pavimentali e per il grande desk all’ingresso.

La pietra, elemento naturale in dialogo con i materiali industriali all’interno, si estende anche nelle pavimentazioni esterne, accostata a una grande vasca d’acqua e ad ampie stesure di tappeto erboso. Le lastre litiche con larghezze variabili sono posate a correre, in interno con fughe non stuccate. La finitura superficiale è levigata opaca o a taglio di sega. Le forniture e le lavorazioni lapidee sono di Pibamarmi, anche nei servizi dedicati ai nuovi spazi dove il lavabo Grizzana, disegnato dallo stesso Longheu, ritorna in una versione customizzata, aumentata di dimensioni e scavata nel marmo Fior di Bosco.

I servizi dei nuovi spazi con i lavabi in marmo Fior di Bosco
(foto Federica Bottoli)

- di Davide Turrini